martedì 24 gennaio 2017

DEDICATA A UNA... STELLA di Daniele Giordano


Non è mia abitudine scrivere recensioni in prima persona, ma l’attrazione è stata talmente forte che quasi mi sembra di averla conosciuta, al punto di avermi trasmesso ogni suo respiro.
Dicono, la speranza è l’ultima a morire…dicono! Sai che la tua vita è appesa a un filo, malgrado questo tu continui a fare le cose spensieratamente, senza dare un peso a quello che inevitabilmente potrebbe avvenire arrivando ora… forse domani, ma inesorabilmente giungerà. Non c’è via di scampo! Con il suo scritto, ha lasciato o forse insegnato ai posteri che non bisogna vivere con quell’angoscia addosso, guai se soggiornassi in quel modo, preoccupandoti e pensando costantemente al giorno di quel fatidico incontro… In ogni modo non sempre è così, alle volte eventi incredibili sarebbero capaci di materializzarsi, ribaltando lo stato delle cose. Il sapere del tempo stimato pur sempre indicativo che resta a disposizione non aiuta, anzi, nella maggioranza dei casi l’angoscia li assale giornalmente.  Altre invece ironizzano… certune attende inerme…. pensando che il loro destino sia già scritto sin dalla nascita! Devi cercare di fartene una ragione, in modo inequivocabile quando scopri che il dramma è il tuo. Una, tra le tante creature che popolano questo “limbo o meandro funesto mi è stata presentata", senza un preciso scopo apparente, due parole su di essa, un libro ed un C D all’interno ancora da visionare. Tutto termina in quella fredda sera di gennaio alle porte di Torino dopo una simpatica festa passata in discoteca. Guidando l’auto, solo, nel viaggio di ritorno verso casa, i pensieri mi passavano davanti come un film ma non erano nitidi, c’era una grande confusione, un nella testa. Arrivato a destinazione, sebbene la stanchezza della giornata volesse avere il sopravvento, l’ultimo flash sull’accaduto tentò ancora d’invadermi la mente, ma il corpo vinse chiedendomi di coricarmi. Nel letto, continuai a rigirarmi senza trovare la giusta posizione, il tarlo era talmente insistente da continuare a rodermi il cervello. E’ strano che un gesto insolito, un fatto che non mi appartiene minimamente accaduto anni addietro, mi facesse questo effetto, comunque tentai nuovamente di non pensare cercando di addormentarmi. Niente da fare! Era troppo insistente il richiamo, così mi alzai dal letto e presi il libro. Lo divorai tutto di un fiato assimilandone ogni sfumatura, ogni percezione anche se pur minima che fuoriuscivano dagli spazi bianchi dei caratteri impressi. Non era un racconto facile, più che libro lo definirei una sorta di appunti di viaggio…uno di quelli, senza speranza di un ritorno, scritto con tanta ironia e grazia nella narrazione. Più mi addentravo nella lettura, più m’immergevo nella descrizione, assimilavo le

stesse sensazioni di come potesse sentirsi la persona che va a passeggio con il proprio destino, certamente le mie erano solo supposizioni e difficile da spiegare quel tipo di senz’azione. Fu questo uno dei motivi per cui decisi che non potevo scrivere poche righe come abitualmente si ottempera nel recensire un libro, in questo c’era la volontà di una recensione senza gravare al lettore il calvario avuto dall’autrice. Nel libro di Stella Bevilacqua (è la persona conosciuta attraverso il suo libro, edizioni Gruppo Abele, Torino), trasuda sarcasmo, afferrando l’esistenza con canzonatura e serenità, contemporaneamente, stringendo la vita come fosse il finale del suo libro.  Basta soffermarsi al titolo da questo si comprende il detto: Se non puoi vincere il “tuo avversario”, fattelo amico. Il sottotitolo a dir poco è la ciliegina sulla torta: Tra camerini e camere sterili. Solo chi leggerà le pagine capirà il significato del titolo secondario. Più azzeccato di così. Non vi ho parlato della protagonista, dovete sapere che durante le sue permanenze in ospedale, prendeva annotazioni su tutto quello che avveniva intorno a essa, ma anche fuori dal “girone infernale”, continuava a recitare come attrice della compagnia teatrale Fondazione Torino Spettacoli, riscuotendo ottimi risultati. Un giorno, la nostra sorridente autrice riceve una telefonata: La dolce novella…C’è un donatore per il trapianto! Notizia che fa toccare il cielo con un dito a Stella Bevilacqua. Forse questa volta i guai per lei sono finiti, forse. Sono andato oltre, non vi ho raccontato quando ha deciso di tagliarsi i capelli per anticipare la chemio. Eh sì, quella è stata un’idea consolatrice, perchè permetteva a Stella di guardarsi allo specchio senza traumi. L’operazione coiffeuse… si è realizzata in differenti fasi, accorciando da sola i capelli sempre di più sino all’intervento violento per mano del suo fidanzato… evvai di rasoio! Risultato… niente male, mi piaccio ancora (cit). Intanto i preparativi corrono, analisi, prove, tutto è pronto per l’ospite tanto desiderato e atteso. Nel libro ci sono tanti accenni su i diversi passaggi dell’incessante permanenza in ospedale che comprendono, poesie e citazioni di nomi illustri, addirittura un “decalogo del trapiantato” al punto d’inventarsi una conversazione con il nuovo inquilino corporeo, durante le dieci ore passate con lui nella camera sterile. Stati d’animo amalgamati con i sentimenti giornalieri che orbitano nella mente, scritti forse come valvola di sfogo, per alleviare le sofferenze che costantemente subiva cercando con forza estrema di uscirne da questo dedalo. Come espresso all’inizio, ho volutamente trascurato per alleggerire l’argomento. Dalle 148 pagine che compongono il libro, esso rivela lo stato d’animo costante, la lotta ironica nelle giornate buie, dove tutto sembrava finire, sostenendosi con una sua logica e senza mai perdere di vista la serenità e il desiderio di vivere! Dopo i cento giorni dal trapianto del midollo un solo urlo: C’è l’ho fatta! Questa è una lettera indirizzata agli amici che non l’hanno mai abbandonata, poi con la persona che gli è stata accanto nella buona e cattiva sorte: Oggi, Sposi, poi come recita la formula del matrimonio verso il finale…
Sembrava vivessero una favola a buon termine, dopo il tormento vissuto in tutti quegli anni.          La vita alle volte da… ma poi riprende…Peccato poteva essere una bellissima storia d’amore!
In una notte stellata, se alzerete lo sguardo al cielo, vedrete nel firmamento… un astro in più quello di: Stella Bevilacqua.

Torino (Italia), lunedì 23 gennaio 2017
 
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Di conseguenza, l’opinione personale espressa su ogni notizia pubblicata, è basata in conformità dell’argomento, spettacolo o evento trattato, senza necessariamente sentirmi obbligato a scrivere o diffondere la mia opinione per quanto opinabile sia su cosa ho visto, letto o altro. Per questo motivo si precisa inoltre che questo blog, non può considerarsi un prodotto editoriale, bensì di pensiero eventualmente da condividere. 
A cura dell’Autore. Copyright 1990 – Fragment (consider revising). Daniele Giordano mail: lonevolfilm@gmail.com All Rights Reserved.


                                                                                                                               










































martedì 17 gennaio 2017

ALLEGRO, ELEVATO AL QUADRATO di Daniele Giordano




 Che cosa vuol dire “essere allegro”, una domanda che spesso c'è rivolta. Per Antonello Costa, la parola "allegria" è salire sul palco e fare divertire gli spettatori, riuscendoci benissimo con le sue “macchiette” non solo, nel suo vasto repertorio, ci sono canzoni che al pubblico piacciono, com’è accaduto con la canzone “Kitmancula”, ora è proposta un’altra che racconta la storia di due fidanzati: Canada, con il ritornello Vancouver…ha mandato in delirio la platea… Il suo show, conosciuto in tutti i teatri della penisola, isole comprese, crea sempre tutto esaurito. Eclettico come solo lui sa essere, è sempre alla ricerca di nuovi e simpaticissimi personaggi che nascono idealmente dal quotidiano. Sviluppati insieme agli autori Gianluca Irti e Gianfranco Phino, a lui rimane il compito di darle l’anima, forma e vita sul palco riuscendoci benissimo. Il pubblico mai appagato dello show appena terminato e, dopo il bis concesso, lo aspetta per stringergli la mano, qualcuno osa accoglierlo con le trovate da poco sentite, l’artista, nel suo pieno vigore interagisce con loro senza mai deluderli, eccolo pronto a posare per gli scatti fotografici che si consumano come pure gli autografi. E’ fatto così, umile nella sua grandezza! Bravura innegabile, dimostrata proprio in occasione del suo recente spettacolo che l'ha visto per la prima volta al teatro San Paolo in Rivoli (TO), a poca distanza di tempo dall’ultima serata andata altrettanto bene in un teatro torinese. Poi su Costa ci siamo già espressi in maniera eloquente (vedi recensione sul corrieredellospettacolo.net) mai abbastanza però. A marzo prossimo, saranno trent’anni che Antonello respira la polvere dei palchi di tutta la penisola, dimostrando il suo poliedrico talento attraverso i suoi personaggi, insieme al corpo di ballo di cui la prima ballerina (e coreografa) è la splendida e brava Annalisa, sua sorella. Nella prossima stagione lo vedremo affiancato a un nome conosciuto nel reame in Piemonte tra gli splendidi cabarettisti: Gianpiero Perone, con lui in uno sketch da slogarsi la mandibola, tanto è spassosa! Ci siamo allargati leggermente sul personaggio, ma come si può non parlarne bene quando il mestiere ce l’ha nel DNA. Se però vogliamo risaltare non solo il lato artistico, ma quello di uomo, ha dimostrato, venendo a Rivoli (Torino) due cose importanti, la prima non è discutibile, giacché per Antonello Costa è lavoro, cioè fonte di guadagno, ma di riflesso fuoriesce che non ama sottovalutare i teatri “fuori dalle metropoli”, questo fa dell’artista un’altra cosa da apprezzare in lui, trovando fuori della grande città, un pubblico sensibile alle sue esibizioni. L’altro aspetto, forse più espressivo del primo, è quello che allo spettatore piace assistere a spettacoli di prima scelta, anche se, in certi casi dimostra ancora una leggera diffidenza nei confronti di nomi non conosciuti o giunti da lontano. Su questo, il teatro San Paolo investe molto facendosi garante, portando nomi poco conosciuti ma di grande valore artistico e di successo, come Fabio Avaro, Federica Cifola (entrambi di Roma), Marco Cavallaro (il 10 febbraio con ANDY & NORMAN) incominciandolo ad amare, oppure Paolo Triestino, sarà presente il 10 marzo con uno spettacolo, entrambi sempre Roma, senza dimenticare il successo ottenuto da Nicola Pistoia. La lista di attori e compagnie di un certo spessore non manca, il teatro San paolo non ne è mai privo! Per terminare questa piacevolissima conversazione… come dice Antonello Costa… Bisogna essere “allegri” due volte…come recita il titolo del suo spettacolo… perché una sola non basta!

Torino (Italia) lunedì 16 gennaio 2017



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martedì 3 gennaio 2017

UN CAFFE’ CON PAPA’ di Daniele Giordano



Quando una vita finisce, cominciano i guai.
E’ bello iniziare con una frase così, per recensire la commedia brillante < Un caffè con papà > esordita in prima assoluta la notte di Capodanno al Teatro Murialdo a Torino dalla Compagnia TeatrAli. Alex Curina, oltre ad essere bravo come intrattenitore e attore, è anche il regista di questa spassosa rappresentazione teatrale, insieme all'attore Jonathan Fabri, hanno ripreso la stesura del film Funeral Party del 2007 di Frank Rivhard Oznowicz rivoltandola e trasformandola in una teatralità dalle pieghe ottime per una recita di fine anno, brindando come di consuetudine tra il pubblico allo scadere dell’ultimo rintocco.  La trama è semplice, l’intera famiglia si trova a dover riunirsi per dare l’ultimo commiato al papà, aspettando che l’impresa di pompe funebri portasse la salma per il rito funebre. Da qui in poi accadono imprevisti… e probabilità tanto da farci ricordare la frase citata all’inizio, quello che segue è puro divertimento! I primi a essere in scena, sono Antonio Immediato e Denise Paradiso (marito e moglie) lui, intento a ripassare il discorso del trapasso, l’altra interrompendolo costantemente. Inizia così l’avventura di questa famiglia entrando in scena in ordine sparso ma con logica, senza togliere meriti agli altri attori che seguiranno a breve, giacché ognuno ha dimostrato in modo eloquente la sua preparazione artistica, offrendo il meglio di sé durante la recita… Jonathan Fabri, l’ha fatto in un modo esuberante… durante una delle ultime entrate in scene, ma solo i presenti potranno capirne il senso…! In modo differente, Rossana Bena vestiva come si conviene a una vedova, alla ricerca del conforto “spirituale del reverendo” Loris Mosca. Continuando, troviamo altri protagonisti di questa effervescente, dinamica e spassosa commedia quale: Ilenia Gariti, Raffaele Folino, Flaminio Perez e Gianluca Bianchino. Se c’è un morto, deve esserci anche una bara… di conseguenza un necroforo che nessuno vorrebbe averlo tra i piedi nel giorno dell’ultima dimora, tanto è confusionario (sulla scena) ma bravo nel ruolo. Anche se l’anno sta per volgere al termine come la rappresentazione scenica, in questo caso non ci saranno torte da tagliare… ecco apparire Federica Guidi, la classica ciliegina … che nessuno si aspettava…ma qualcuno avrebbe voluto che non fosse…perché svelare il celato mistero! Non ultima, giacché era importante chiudere con una colonna portante della compagnia, oltre essere disinvolta in scena: Veronica Brunetti… purchè smetta di giocare al… piccolo chimico… Un lavoro teatrale apprezzabile, ricco di colpi di scena, forse qualcuno di troppo, malgrado questo non ha guastato il piacere dell’effetto ottenuto sui grandi… soprattutto ai piccini.

Torino lunedì 2 gennaio 2017



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